mercoledì 7 settembre 2011


Roma - All'Università Luiss si presenta un "professore" d'eccezione. Si può proprio dire un maestro di calcio, Sir Alex Ferguson, manager ventennale del Manchester United, con i quali ha scritto pagine epiche di storia del calcio. Ferguson ha così presenziato all'iniziativa dell'Università romana, invitato a spiegare le varie differenze tra i nostri tipi di calcio e come riuscire a gestire una squadra per tanti anni a così alti livelli.




La cerimonia ha avuto inizio con una battuta: al manager scozzese è stata regalata la maglia dela squadra di calcio universitaria, che aveva colori bianco celesti e Ferguson ha detto" Ma questa è la maglia della Lazio, non siete imparziali?"
Dopo questa battuta, si è passati alle domande, col manager che ha dato una vera e propria lezione ai presenti.
All'inizio si è parlato di doping, sul fatto che tanti sport purtroppo sono falcidiati da tale piaga, ma per fortuna il calcio, tra i tanti mali che esso ha, questo fattore negativo sembra averlo evitato. Dopodiché si è arrivati alle domande più interessanti.
DIFFERENZA MANAGER INGLESE E ALLENATORE ITALIANO - Una domanda molto interessante è stata, qual è la differenza tra voi, manager del campionato di Premier ed i normali allenatori italiani? Ferguson ha risposto dicendo che in Inghilterra spesso c'è la figura onnipresente del manager, che controlla tutto. questo lo porta ad avere contatti diretti con tutta la realtà in primis sportiva e poi anche economica del club. Questo è un ruolo complicato, molto difficile da fare. In Italia si è sempre abituati alla figura di allenatore che pensa solo al campo, alla squadra, ed è impossibile dire se una delle scelte sia più fruttuosa o meno. E' solo una questione di cultura. Lo stesso Ferguson ha ammesso, che ormai da anni, a causa dell'avanzamento dell'età, non riesce più a controllare tutto, dal mercato, alle giovanili, circondandosi di uomini fidati. Lui preferisce concentrarsi sul campo.



JUVENTUS ESEMPIO DA SEGUIRE - In una domanda successiva, su quale è stata l'avversaria italiana più temibile, lui ha risposto la Juventus. Ferguson ha dichiarato che in Inghilterra, nei primissimi anni 90, quando il calcio italiano era al di sopra di tutti in Europa, il modello da seguire era la Juventus, per organizzazione societaria e manageriale, per il lavoro che partiva dalle giovanili fino alla prima squadra. Ancora oggi la Juventus è il top in Italia. Lo dimostra che è stata la prima società a capire che servono stadi di proprietà. Ferguson ammette che è dispiaciuto per non aver potuto essere presente col suo Manchester all'amichevole di inaugurazione del nuovo stadio, ma gli impegni internazionali dei suoi erano tanti.
IN ITALIA C'E' UN DIVARIO TRA COSTI E RICAVI - Una cosa errata in Italia, dove in molte nazioni vi hanno superato, è la situazione stadi. Ok, bene la Juventus che inizierà un nuovo corso con lo stadio societario, le altre devono muoversi. Con uno stadio di proprietà, il rapporto tra costi e ricavi verrà ammortizzato, cosa che invece attualmente è troppo elevato in Italia.
LAVORO CON I GIOVANI - Poi si passa a parlare di un altro argomento molto importante: i giovani. Ferguson afferma che fin da quando ha iniziato ad allenare al Manchester, ha preferito immediatamente seguire il percorso delle giovanili, contro i consigli del suo staff. E c'è da dire che ancora Sir Alex ha avuto ragione: ha lanciato dalle giovanili i vari Scholes, Giggs, Neville e tanti altri. Ed ancora oggi inserisce gente giovane dalla primavera. Che abbia ragione lo dimostra anche in Italia: dice, i vostri migliori giocatori e bandiere, Del Piero e Totti, sono dei campioni cresciuti dai settori giovanili. Quindi investire sui giovani vale sempre.
IL NAPOLI HA UN GIRONE DIFFICILE,IL MILAN AFFRONTA I MOSTRI - Alla fine, gli studenti della Luiss chiedono a Ferguson di analizzare la situazione Champions delle italiane. Il manager dei Red Devils dice, per l'Inter non vede problemi, il Napoli in casa ha un pubblico calorosissimo ma ha un girone difficilissimo. Infine sul Milan elogia Allegri, e dice che sarà dura col Barcellona. L'unico consiglio che da è quello di non cercare di impedire il loro gioco, come ha fatto il Manchester in finale, e poi le ha prese. Bisogna cercare di porre il proprio gioco su di loro, cosa difficilissima ma non impossibile.
Infine un commento su Mourinho, e dice che è un grande amico, l'unica cosa che non riesce a fare è di frenare spesso il suo impulso. Altrimenti sarebbe da oscar.
Con questo il grande Sir Alex saluta a da appuntamento alle squadre italiane in Champions League. Una lezione che noi sportivi italiani difficilmente dimenticheremo.

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